Padmasana o Posizione del Loto

Padmasana o Posizione del Loto

Padmasana

Padmasana, o posizione del Loto, è l'asana che più di tutti, nell’immaginario collettivo, richiama la pratica dello Yoga. Già nell'India antica molte divinità e figure tradizionalivenivano raffigurate così, per esempio Shiva, Siddharta, Tirthankaras. In questo asana, mani e piedi ricordano i petali del loto che escono dal fango per appoggiarsi sull’acqua, quasi senza toccarla, e aprirsi al sole divenendo metafora del percorso interiore verso il quale lo Yoga ci fa tendere: distaccamento, illuminazione, purezza e liberazione. Il testo classico della tradizione yogica Hatha Yoga Pradipika, scritto nel XV secolo, definisce questo asana come “distruttore della sofferenza” grazie al modo in cui il corpo si apre.Infatti, le varie parti premono contro alcuni punti cari alla medicina tradizionale cinese: stomaco, milza, reni e vescica. Questo porta a cambiamenti sia nella struttura metabolica sia nei percorsi mentali, ristabilendo l'equilibrio nell’intero sistema.

Nello specifico, Padmasana è una delle pose che lavora maggiormente sul meridiano dei reni, che la medicina cinese descrive come il nostro magazzino dell’energia vitale, il Chi, la cui funzione è quella di accendere la luce all’interno di tutto il nostro sistema, fisico e mentale.

A differenza degli altri, questo meridiano ha sia una componente Yang, associata al potere della trasformazione e del cambiamento, sia una Yin, collegata alla nostra capacità di conservare e produrre energia vitale, di crescere e maturare, ma anche e soprattutto alla possibilità di stare, ascoltare, accogliere e nutrire. Tutti i nostri canali energetici risuonano su emozioni specifiche: il meridiano dei reni, appartenente all’elemento acqua e alla stagione invernale, è associato alla paura. Quando questo sentimento è sano ed equilibrato, ci spinge a essere attenti e presenti; quando è disarmonico la paura può diventare eccessiva, trasformandosi in ansia o fobia, rallentando così lo scorrere dell’energia lungo il canale. I reni, quindi, non riescono più a svolgere la loro funzione di eliminazione delle tossine e iniziano a produrre acqua nella ricerca di sanarsi; così facendo, spengono il nostro fuoco vitale, che ci dà la forza e la volontà per avanzare. In altre parole, non funzionando bene il corpo inizia a "sporcarsi", viene prodotta acqua in eccesso nel tentativo di ristabilire equilibrio, e il risultato è appunto quello di spegnere fuoco vitale e alimentare la paura. Alleggerirci da pesi o vincoli, laddove possibile, ci aiuterà a disintossicare il corpo e ristabilire lo scorrere dell’energia vitale nel meridiano dei reni.

Di norma descritta come la posizione migliore per indurre stati meditativi (l’incrocio delle gambe crea una base solida che permette alla schiena di estendersi comodamente), Padmasana viene indicata come l’asana a cui tutta la pratica deve tendere, questo grazie alla sua capacità di dare radicamento; allo stesso tempo, però, porta l’attenzione alla colonna vertebrale e ai centri energetici della parte alta del corpo. Si capisce quindi quanto forte siano la simbologia e l’importanza di questo asana, ma non è detto che sia una posizione immediatamente accessibile. 
Sappiamo che la pratica dello Yoga è avvicinabile da tutti, senza alcuna limitazione, ma è anche vero che siamo tutti diversi. Non esiste nessun body type semplicemente perché non c’è un unico modo di eseguire un asana. Nel caso specifico della posizione del Loto, viene chiesta una grande rotazione esterna dei femori, la quale dipende, tra le altre cose, dall’angolazione della testa dell'osso: minore è l’angolo e più difficile sarà ruotare esternamente il femore. Insistere potrebbe significare mettere a rischio non solo l’articolazione dell’anca, ma anche quella a essa immediatamente collegata, ovvero il ginocchio. Questo non vuol dire che io debba smettere di lavorare con le rotazioni esterne dell’anca, semplicemente è necessario portare ascolto e conoscere quali possono essere i nostri limiti, imparando a giocare con loro.

Bernie Clarck, nel suo libro Your Body Your Yoga del 2016, spiega che: "Nello Yoga il limite è lo spartiacque tra la sfida e il cambiamento. […] C’è il limite fisico, oltre il quale è rintanato l’infortunio. C’è il limite emotivo, oltre il quale risuonano lacrime e risate. C’è anche il limite psicologico, oltre il quale atteggiamenti psicotici possono emergere. Infine c’è il limite spirituale, oltre il quale ci aspetta la libertà. I limiti ci dicono quando qualcosa sta per succedere: a volte in bene, a volte in male”. 

Quello che ci viene insegnato dallo Yoga, quindi, non risiede nell’esecuzione della posizione, ma nell’ascolto e nella consapevolezza di noi stessi durante la pratica. Non esistono posizioni “avanzate” o posizioni per “principianti”, tutto dipende da come stiamo, da dove siamo, dall’intenzione che mettiamo nella pratica, dalla nostra capacità di ascoltarci e capirci. Di questo continueremo a parlare nei prossimi post. 

Benefici di Padmasana:

  • aumenta la circolazione sanguigna all’altezza della colonna lombare;

  • nutre gli organi interni;

  • rafforza la flessibilità di caviglie e gambe;

  • amplifica la flessibilità delle anche;

  • ha potere radicante e, allo stesso tempo, porta l’attenzione alla colonna e ai centri energetici della parte alta del corpo.