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Kapha Doṣa

Ultimo dei Doṣa è Kapha, legato agli elementi di Acqua e Terra e all’umore biologico dell’acqua. Nei post precedenti abbiamo parlato dell’onda vibrazionale espansiva e veloce da cui nasce il Doṣa Vata e formata dagli elementi di Etere (Akhás) e Aria (Vayu). Quando questa onda inizia a rallentare incontra il potere trasformativo del Doṣa Pitta, unione di  Fuoco (Tejas) e Acqua (Jala). Un rallentamento ulteriore di questa onda incontra e fonde gli elementi di Acqua (Jala) e Terra (Pṛthvī) generando il terzo e ultimo dei Doṣa: Kapha. 

Letteramente Kapha significa “flemma” e sta a indicare la qualità del congiungimento. Una delle sue più importanti caratteristiche, infatti, che viene soprattutto dall’elemento Jala (acqua) è la sua capacità di coesione, di mantenere unito. A livello fisico, il potere coesivo di Kapha gestisce e controlla tutto ciò che è crescita e dà stabilità ai tessuti corporei, proteggendoli attraverso la compattezza, il contenimento e la materialità. 

L’Ayurveda divide la vita umana in tre fasi distinte e la prima, quella dell’infanzia, è dominata dal Kapha proprio perché è l’età della vita segnata dal processo di crescita. Pitta governa la seconda fase della vita che è quella dell’agire. In ultimo la vecchiaia dominata da Vata e dai suo potere evanescente e disgregante.

Fisicamente la persona Kapha è robusta e ben strutturata, dall’aspetto sempre giovanile. La sua ossatura è pesante, le articolazioni sono ben lubrificate, le spalle e il bacino sono ampi. La carnagione è morbida, liscia, fresca e pallida. I capelli sono in genere scuri, morbidi e lunghi. Il viso appare tondo con occhi belli, grandi, luminosi e spesso scuri. 

Bocca, labbra e denti sono grandi e ben disegnati. Il Kapha ha un appetito regolare e salta senza problemi i pasti, anche se tende a soffrire di fame emotiva. La loro digestione è statica e lenta, con problemi di costipazione, pesantezza, letargia o gonfiore.

La persona Kapha parla lentamente, in modo dolce e modulato; di solito si sofferma solo su cose importanti. 

Le sue emozioni sono: amore o odio, desiderio o indifferenza, attaccamento o totale distacco. Il Kapha, quando in equilibrio, è calmo, generoso, umile e dolce: sa godere della vita. Si circonda di pochi, ma fidati amici. 

Abbiamo già ripetuto molte volte che tutti i Doṣa sono presenti, in percentuali diverse, in ognuno di noi. Nessuno dei testi classici dell’Ayurveda esprime giudizi qualitativi sui Doṣa, solo nel Caraka Samita, il più antico dei testi sacri all’Ayurveda, si dice che, quando in equilibrio, il Kapha è il più auspicabile dei Doṣa. 

Quando, però, interviene uno squilibrio, la situazione si complica parecchio. La sua parola d’ordine è sicuramente “stabilità” per cui impiega molto tempo a sbilanciarsi, ma, quando questo accade, riportare il Kapha in uno stato di equilibrio richiede molto tempo e molto lavoro. 

Una persona con un Kapha sbilanciato presenterà problemi di stagnazione, attaccamento, avarizia, distacco, pesantezza mentale fino alla depressione. 

Per riequilibrarlo, aiuta sicuramente un’attività fisica quotidiana e vigorosa. Fisicamente il Kapha è forte e capace di sforzi prolungati nel tempo, ma non ama muoversi. La maggiore difficoltà, quindi, sarà convincerlo a iniziare. 

La sua dieta deve evitare cibi grassi, fritti e molto salati e favorire un gusto pungente, amaro e astringente. Da evitare sono anche le bevante alcoholiche. I dolci sono consigliati solo se a base di miele. 

È molto importante che il Kapha apporti spesso cambiamenti alla sua routine, alzandosi presto al mattino, evitando riposini pomeridiani e stimolando cambi nella vita. I colori di cui circondarsi devono essere vivaci, da evitare il bianco. 

Le pratiche che aiutano a bilanciare Kapha saranno vigorose, quotidiane e volte alla leggerezza.  Per aiutare Kapha a combattere la stagnazione, è importante stimolare la sudorazione. Le inversioni, con la loro capacità di libertà e leggerezza, sono molto utili per Kapha. La meditazione, anche quella camminata, è importante per aiutare Kapha ad allontanarsi dal senso di attaccamento e stagnazione. Le visualizzazioni saranno incentrate sul senso di libertà e di movimento. I pranayama consigliati sono Basthrika (kriya) o pranayama con ritenzione (Kumbaka) a polmoni pieni.