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Il Dinacarya

Nella tradizione dello Yoga e dell’Ayurveda, oltre all’aspetto fondamentale della cura, spiccano per importanza anche quelli della prevenzione e del mantenimento del giusto equilibrio personale. Le tecniche utilizzate a tal fine sono tante, alcune conosciute, altre meno; oggi ci soffermeremo sul concetto di “Dinacarya”. Il termine sanscrito è formato da due parole: “dina”, che significa giorno, e “carya”, che significa ruota, comportamento, stile di vita. Una traduzione attendibile è “regime quotidiano”. 

Dinacarya sta a indicare il tempo che intercorre tra l’alba e il tramonto, ovvero quello riservato all’attività lavorativa, fisica e intellettuale, e nello specifico indica l’insieme delle pratiche di igiene quotidiana che dovrebbero far parte del comportamento di ogni uomo in salute; pratiche volte a mantenere appunto il personale stato di equilibrio. 

Secondo l’Ayurveda l’uomo è un microcosmo in costante rapporto di scambio con il macrocosmo che lo circonda: per assicurarsi una condizione di salute, o per ripristinarla qualora sia sbilanciata, è importante coltivare sia l’equilibrio interno al microcosmo sia quello tra le due parti, micro e macro. 

In tutti i testi classici del pensiero ayurvedico troviamo capitoli dedicati alla cura quotidiana, in cui vengono enunciate le pratiche benefiche e ne vengono descritti gli effetti. L’importanza attribuita agli organi di senso e alle loro facoltà è fondamentale, e le pratiche di Dinacarya sono proprio volte alla loro “igiene”, in modo da poterne esaltare le funzioni e le qualità. 

Come abbiamo detto già in precedenza, tanto per lo Yoga quanto per l’Ayurveda occorre saper vivere in accordo con la natura e con i suoi ritmi. Quotidianamente siamo attraversati da due onde di cambiamento, ognuna delle quali porta un ciclo Kapha, un ciclo Pitta e un ciclo Vata; fasi che si avvicendano dall’alba al tramonto e poi dal tramonto all’alba. 

Kapha 6am / 10am - consolidamento e stabilizzazione

Pitta 10am / 2pm - forte potere digestivo

Vata 2pm / 6pm - movimento interno dettato dalla luna

Kapha 6pm /10pm - consolidamento e stabilizzazione

Pitta 10pm / 2am - azione metabolica che raffina la digestione, quindi ha un movimento interno e non una forte capacità digestiva. 

Vata 2am / 6am - movimento esterno dettato dal sole; dovrebbe essere il nostro momento di massima attività.

Per armonizzarsi con l’energia solare, è consigliato alzarsi circa un’ora prima del sorgere del sole, orario di dominanza Vata, in cui, quindi, prevalgono le qualità di leggerezza, freschezza, allegria e soprattutto movimento che porta eliminazione e purificazione. 

 “Brāhme muhūrta uttisthet svastho raksārtham āyusah

Śarīra cintām nirvartya krta śauca vidhis tatah”. 

 “L’uomo sano dovrebbe levarsi nell’ora sacra per proteggere la propria vita. Dopo aver completato la riflessione sul suo corpo, egli deve praticare la regola di pulizia”.

Così Vāgbhata descrive l’importanza di Brāhma Muhūrta, l’ora sacra, momento considerato ideale per la meditazione. È il tempo che intercorre tra le 3 e le 6am: “Tempo del dio Brāhma”, adatto a godere appieno dell’energia del nuovo giorno, ideale per studiare e ottenere brama, ovvero la conoscenza. Chi si sveglia in questo orario è più limpido di mente e più vicino all’aspetto creativo della natura che si sta svegliando. 

Di seguito riportiamo un breve elenco delle attività da svolgere al mattino cui seguiranno le indicazioni specifiche per ciascuna attività.

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