Bakasana & Kakasana
La posizione a cui dedichiamo il post di oggi è Bakasana. Come sempre partiamo dalla sua etimologia, composta da BAKA che significa “gru”. Molto spesso Bakasana viene confuso con una posizione simile che nella tradizione yogica viene chiamata Kakasana (KAKA sta per corvo), e in effetti i due asana sono simili, sia nell’esecuzione sia nei benefici.
Prima di addentrarci nei dettagli di questo asana, è importante conoscere la leggenda a esso legata che affonda le sue radici addirittura nella narrazione epica sacra della cultura indiana: il Mahabharata.
La leggenda racconta che Baka (gru) non era altro che un travestimento di un orco che abitava la foresta dove i cinque fratelli, protagonisti delle vicende del Mahabharata, erano stati esiliati per dodici anni. Yudhiśtira, il maggiore, era il più saggio, sincero ed equilibrato fra i cinque: l’uomo perfetto per la carica di imperatore che rivestiva prima dell’esilio.
Durante il loro vagare, i fratelli iniziarono ad avere una fortissima sete, finché uno di loro, arrampicatosi sulle cime degli alberi più alti, vide in lontananza un piccolo lago. Yudhiśtira mandò a turno i suoi fratelli a prendere l’acqua per portarla indietro, ma nessuno di loro fece ritorno. A quel punto Yudhiśtira fu costretto a lasciare sole le donne che li accompagnavano nell'esilio per andare in cerca dei suoi fratelli dispersi. Non appena giunto al lago, Yudhiśtira vide lungo la riva i corpi dei fratelli morti e fu colpito da sgomento e profonda tristezza. Poco dopo vide vicino a lui una gru che iniziò a parlargli: “Ho detto a ciascuno dei tuoi fratelli che se avessero bevuto l’acqua del lago senza il mio permesso, questa si sarebbe trasformata in veleno, uccidendoli”. Dopo aver udito queste parole, i fratelli di Yudhiśtira videro la gru come un nemico da affrontare con coraggio. Tutti e quattro la sfidarono, mantenendo il cuore alla promessa fatta a Yudhiśtira, e tutti morirono.
Yudhiśtira era conosciuto per il suo carattere calmo ed equilibrato e anche in una situazione così dolorosa riuscì a frenare la rabbia e rimanere lucido. La gru, vedendo che Yudhiśtira non la trattava da nemico, si liberò della sua maschera e si mostrò nella sua vera apparenza di orco lanciandogli una sfida: “Yudhiśtira, se risponderai correttamente a 124 domande, io ti darò l’acqua di cui hai bisogno”.
E così iniziarono: “Cosa è più flebile del vento? Cosa c’è di più numeroso dell’erba?”. Yudhiśtira rispose: “La mente è più flebile del vento e i suoi pensieri sono più numerosi dei fili d’erba”.
L’orco continuò: “Cosa ottiene colui che agisce sempre con giudizio?” E Yudhiśtira rispose: “Colui che agisce sempre con giudizio ottiene tutto ciò che vuole”.
Yudhiśtira rispose correttamente a tutte le domande che gli vennero poste e l’orco fu così soddisfatto che non solo gli permise di prendere tutta l’acqua di cui avesse bisogno, ma anche di scegliere quale fratello desiderava riportare in vita. Yudhiśtira era molto legato ad Arjuna e Bheem, poiché figli della sua stessa madre, ma decise di salvare il suo fratellastro Nakul. Quando l’orco gli chiese il perché di questa sua scelta, l’uomo saggio rispose che lo aveva fatto per onorare entrambe le madri, permettendo a un figlio di ciascuna di vivere. Questa sua scelta così saggia colpì profondamente l’orco che riportò in vita tutti e quattro i fratelli.
Questa leggenda ci ricorda che, quando pratichiamo questo asana, ciò che più importa è dove puntiamo il nostro sguardo e la posizione della testa, senza dimostrarci aggressivi, staccando i piedi da terra lentamente, proprio come Yudhiśtira ha ottenuto il migliore dei risultati, rimanendo calmo e concentrato.
Le differenze tra i due asana sono:
> in Kakasana i gomiti sono piegati; le ginocchia posizionate all’esterno delle braccia;
> in Bakasana le braccia sono distese; le ginocchia spingono all’interno delle ascelle e i piedi sono raccolti verso i glutei.
Sia in Bakasana sia in Kakasana è importante mantenere lo sguardo in avanti. Sono entrambe posizioni volte al rafforzamento della parte centrale del corpo (core), dei polsi e delle braccia. Lavorando sull’allungamento dell’articolazione delle anche, Bakasana e Kakasana garantiscono uno stretching intenso del meridiano dei Reni, per cui sono consigliate durante la stagione invernale. Nell’esecuzione è importante muovere il peso in avanti, in modo da poter sfruttare la forza di gravità a proprio vantaggio e alleggerire la parte bassa del corpo.
Uno dei primi ostacoli nell’esecuzione di questi asana è la paura di cadere in avanti; a tal proposito si può ovviare mettendo dei blocchetti a sostegno delle spalle.
I polsi sono uno dei punti deboli della posizione, dal momento che sorreggono il peso di tutto il corpo. Perciò è importante che questi siano perpendicolari alla terra.